Nel cuore delle Alpi occidentali, tra Valsesia e Valsessera, si trova il fossile di un supervulcano che espone le sue radici. La scoperta, annunciata nel 2009, si deve ai professori Silvano Sinigoi dell’Università di Trieste e James Quick della Southern Methodist University di Dallas che, da oltre trent’anni, studiano la geologia di parte della Valsesia e della Valsessera.
L’attività vulcanica risale a 300 milioni di anni fa ma solo in tempi geologicamente recenti, tra 60 e 30 milioni di anni di anni fa, nell’area che comprende la Valsesia la spinta dell’Africa causò il ripiegamento dell’intera crosta terrestre, spingendola verso l’alto e facendo risalire le sue parti più profonde (in corrispondenza della linea Insubrica) con tutto il sistema di alimentazione del supervulcano.Così, grazie a questo processo, oggi possiamo osservare direttamente quello che succedeva nella crosta terrestre sotto al vulcano fino a profondità di circa 25 chilometri: lo si vede percorrendo la valle, lungo il fiume Sesia, da Balmuccia (la parte più profonda del vulcano, ora in superficie) fino a Prato Sesia.
La scoperta del “supervulcano fossile” ha dato l’avvio ad una fase di divulgazione e conoscenza a largo raggio. Gli iniziatori della fase operativa -la Comunità Montana Valsesia, i Comuni di Borgosesia e di Varallo, il CAI sezione di Varallo, la Confraternita degli ex-allievi del Liceo Scientifico “G. Ferrari” di Borgosesia e la Società Valsesiana di Cultura, oltre alle Università di Trieste e S.M.U. di Dallas - prima con un Protocollo di intesa poi, nel 2011, -insieme alla Comunità Montana Valsessera Valle di Mosso e Prealpi Biellesi e al Comune di Prato Sesia - costituendo l’Associazione Supervulcano Valsesia onlus stanno promuovendo la più ampia conoscenza del fenomeno del “Supervulcano” presso tutte le fasce di pubblico e alimentando l’offerta di turismo culturale. Per far conoscere i luoghi di affioramento, c’è un’ampia offerta di itinerari in auto e a piedi sia nella zona del Supervulcano che in Valsesia e Valsessera e nell’alta Valsesia.
A supporto della divulgazione anche scientifica, oltre che turistica, sono stati realizzati un Science Center dedicato al Supervulcano e al turismo valsesiano e un Info Point, rispettivamente a Prato Sesia e a Vocca; sono stati pubblicati “L’incredibile storia del Supervulcano del Sesia”, scritto da Silvano Sinigoi ed edito in italiano e inglese, e “Un supervulcano sotto casa” scritto da Le Falispe per i bambini da 8 anni in su.
Una mostra permanente sulla geologia della media e bassa valle è stata allestita presso il Museo Archelogico “Carlo Conti” di Borgosesia; vengono inoltre realizzati convegni, incontri formativi, attività didattica, scambi culturali tra allievi italiani e stranieri di scuole superiori e con università italiane e straniere.
A fine 2012, dopo aver stato stipulato un Protocollo di intesa con il Parco Nazionale della Val Grande - perché entrambi impegnati a condividere non solo i principi della conservazione del patrimonio geologico dei territori interessati promossa a livello mondiale dalla rete dei geoparchi, ma anche le politiche per la protezione, l'accrescimento e lo sviluppo economico del patrimonio geologico presente nel territorio – è stato presentato un dossier di candidatura per diventare un Geoparco riconosciuto dall’Unesco.
A settembre 2013, dopo soli nove mesi dalla presentazione ed un controllo eseguito da direttori di geoparchi finlandese e cinese, nasce ufficialmente il Sesia Val Grande Geopark, 9° in Italia e 100° nel mondo. Il Geoparco – che nel caso del Sesia Val Grande nasce per volontà dei comuni e di una base operativa, non imposto dall’alto -è un parco con una connotazione diversa rispetto ai parchi regionali e nazionali perché oltre alla presenza di un patrimonio geologico di rilievo e valore, occorre che sia presente un progetto di sviluppo credibile legato alle risorse naturali, culturali ed enogastronomiche.