In Valsesia l’alpinismo è da sempre il principe degli sport. Il territorio, strutturato com’è non può che esprimere attraverso la conquista delle sue innumerevoli cime il pieno apprezzamento della montagna della quale è generoso e spettacolare rappresentante.
Naturalmente per praticare bene l’alpinismo occorrono condizioni fisiche adatte, allenamenti serrati, sfruttamento muscolare, adeguata conoscenza dei luoghi e consapevole prudenza dei praticanti. Una scalata alla “Margherita” sul Rosa per esempio, o una traversata notturna sul percorso del GTA sono proposte attraenti e irrinunciabili per chi vuole vivere la montagna fino in fondo, scoprendone le risorse ambientali e dando un senso a tutta la vacanza valsesiana. Ma per vivere queste emozioni occorrono prestazioni fisiche ideali che mettano l’alpinista al riparo da sorprese e da reazioni ostili e pericolose per la salute.
Il sistema di informazione attuale consente anche in Valsesia di ottenere tutte le informazioni utili sulle montagne che si intendono affrontare, senza rischi o almeno con un marginale limite di incognita.
Il Monte Rosa ha scritto con le sue conquistate cime in passato pagine fra le più fiere della storia dell’alpinismo esplorativo, ma ormai nessuno sale più su quelle cime per la “scoperta” della montagna, o per fini scientifici. Tutto già si sa, o almeno si crede di sapere; per cui rimane soltanto la pratica dell’alpinismo puro e semplice, fatto di notevoli sforzi fisici, una fatica ripagata solo dall’ ammirazione del panorama e spesso da un’intima, individuale contemplazione.
Gli itinerari in Valsesia presentano però anche ricche passeggiate “alpinistiche” di facile percorribilità, spesso in assoluta sicurezza con le affidabili guide messe a disposizione dal Cai e dalle istituzioni derivate e con il solo obiettivo di far conoscere ed amare la montagna valsesiana.
Sentieri numerosissimi, su tutti i monti del territorio, ben segnalati e ben curati, che consentono l’ammirazione da vicino dei boschi, degli alpeggi ancora vivi di attività contadina sfruttatissima in estate, di una flora rigogliosa e variopinta, con spazi aperti stupendi e panorami mozzafiato. Ciò non richiede grande fatica né particolare allenamento, se non che il fiato necessario e le gambe buone! Punti d’appoggio e rifugi, in estate sempre aperti, garantiranno alla fine ristoro e riposo. Questo è l’alpinismo “popolare”, che poi è quello maggiormente praticato sul territorio montano valsesiano, con l’ampia corona di punte e cime raggiungibili con relativa facilità.
Anche le mete più alte, quelle legate alle mitiche ascensioni sul Rosa ad esempio, sono però facilitate oggi dagli impianti funiviari, che avvicinano a dismisura l’alpinista alla meta, penetrando dolcemente il cuore dei ghiacciai e delle creste perennemente innevate.
Sono due modi diversi di vivere l’alpinismo valsesiano, per due tipi di sportivi che hanno in comune l’amore per la montagna, per la natura, per la purezza di questi ambienti rimasti ancora paradisi naturali del nostro tempo. In fondo le pratiche dell’alpinismo sono proprio queste. E la montagna della Valsesia, nelle sue mille sfaccettature, dalle pratiche escursionistiche più semplici alle conquiste ardue con corde, chiodi e piccozze rivela essere una grandiosa palestra per soddisfare il desiderio individuale di evasione.
Distaccarsi dalla routine quotidiana per innalzarsi autonomamente verso mete di cielo, di spazio, di aria pura, spesso di spirito; è la filosofia quasi religiosa dell’alpinismo, una condizione privilegiata per chi lo pratica che consente all’individuo di migliorarsi per comprendere di più sé stesso, il prossimo e l’ambiente in cui viviamo.