Rima San Giuseppe
Rima San Giuseppe

Entrando a Rima pare di varcare le soglie di un mondo tutto nuovo.

La Val Sermenza prosegue, da Rimasco, per un’agevole strada carrozzabile che si inerpica su per le montagne di fondovalle, aprendosi nel mezzo di una rigogliosa e verdissima natura e dopo breve tragitto incontra l’antico paesino di Rima San Giuseppe, che forma con Rima, ultima località della vallata. Rimasco e Rima, con Rima San Giuseppe, dal 1 gennaio 2018 si sono fusi in un' unica realtà amministrativa, il nuovo Comune di Alto Sermenza.

Oltreché dal Sermenza è bagnata anche dal Nonay, piccolo torrente tributario che discende dai fianchi del sovrastante Tagliaferro, montagna sovrana di questa estremità del territorio.

Dalla valle del Nonay la base di partenza per alcune fra le più affascinanti escursioni alpinistiche della Valsesia avendo per contorno molte delle più belle cime: la Bocchetta della Moanda,  la Carnera, il Mud, la Cima Lampone, il Sajunchè, il Trasinera, e naturalmente il Tagliaferro che sfiorando i tremila metri fa da imperatore dello scenario alpino rimese.

un paese rivalorizzato ovunque da attente operazioni di restauro conservativo nelle abitazioni, tutte di antica fondazione

San Giuseppe è un piccolo nucleo abitato, tuttavia vivace e dinamico, vuoi per la vicinanza a Rimasco, vuoi per la presenza di nuovi esercizi pubblici di distinto ruolo nel panorama turistico ricettivo.

Si presenta oggi rivalorizzato pressoché ovunque da attente operazioni di restauro conservativo nelle abitazioni, tutte di remota fondazione. Si stringe attorno ad una monumentale chiesa dedicata appunto a San Giuseppe che è interessante anche sotto il profilo architettonico: grande navata ovale, due cappelle ai lati e un importante presbiterio nel quale troneggia un’ancona di legno dietro l’altare e una statua della Madonna del Rosario.

Anche a Rima San Giuseppe l’intervento di pittori quali il Borsetti, l’Orgiazzi, l’Avondo, il Pianca. Nomi illustri dell’arte valsesiana che dipinsero affreschi di grande pregio; vi è conservata anche una splendida scultura del Cristo attribuita al Tabacchetti, artista di fama che operò al Sacro Monte di Varallo.

In paese vi sono queste cose da notare, ma basta lasciar libera la visuale per ammirare la meraviglia ambientale, scorrendo l’arco frazionale tutt’intorno, con le tipiche abitazioni disposte sugli scoscesi crinali in un ventaglio di grande suggestione: Cà d’iselle, Pian Camò, Pianmorello, Piè di Faggiolo, Buzzo. Tutte raggiungibili da invitanti, ben tenuti sentieri per un unico comprensorio di buona salute e cultura montanara.

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