Chiesa parrocchiale
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LA TRADIZIONE DEL PALIO E LA CORSA DELLE BOTTI, LO SPORT AL MAGGIORA PARK ED I LUOGHI DELL'ARCHITETTO ANTONELLI

Maggiora divenne entità autonoma nella prima metà del 1300 e le notizie di quel periodo sono sporadiche e frammentarie.  

Le scoperte archeologiche in siti non molto distanti da Maggiora ci confermano che, sul monte Fenera, nel Paleolitico vivevano uomini ed animali, tanto che sono stati rinvenuti busti di donna e di orso speleo. Nell’età del Ferro anche il territorio maggiorese dev’essere stato influenzato dalla civiltà di Golasecca, di cui è testimonianza la tomba al colle di San Michele del 1200 a.C. ca. e il ritrovamento della cuspide di lancia di metallo, risalente al periodo compreso dal 1200 al 900 a.C.

I primi abitanti della zona furono i Liguri, i Celti o Insubri la chiamarono Mag-oria e vi portarono una civiltà più evoluta in cui erano maggiormente praticati l’allevamento e la metallurgia. Nel 1° secolo d.C. iniziò la conquista da parte dei Romani, giunsero poi i Longobardi nel 600 ed il paesaggio agrario si modificò con appezzamenti, già ridotti col tempo, che vennero recintati da siepi e muretti, com’è testimoniato dagli studi nelle vigne del Colombaro. Il territorio passò poi sotto l’influenza dei Carolingi, in seguito della famiglia dei Conti di Pombia era Guido di Biandrate, che divenne signore di Maggiora.

Il nucleo originario di Maggiora era Muzzano che, nei primi dell'anno 1000, con Piazo e Boca formava un unico agglomerato facente capo alla pieve di Cureggio. La separazione da Boca avvenne prima del 1342 e il Comune prese il toponomastico di "Maxoria".

Nel 1449 con Francesco I Sforza Maggiora divenne feudo di Giovanni Tornielli Lorena ed in seguito ai discendenti filo-spagnoli fino al 1798 quando venne sostituito da quello sabaudo. Con il ripristino del regno dei Savoia, il paese venne iscritto in provincia di Novara. Gli abitanti trovarono occupazione in agricoltura e nell'allevamento e, nel XVIII e XIX secolo, nell'estrazione di pregevole argilla e nella conseguente produzione di laterizi in fornaci.

 

Il palio di Maggiora è una delle manifestazioni principali del paese, è nato quasi per caso nel lontano 1986, per ristrutturare i locali della scuola materna, si pensò ad un classico banco di beneficenza e, per attrarre la gente, si organizzarono dei giochi popolari dividendo il paese in quattro rioni: Cascine, Cavaiasca, Malviraa e Valeggia. Per gli anni avvenire il cortile dell’asilo divenne il cuore pulsante delle estati maggioresi. 

La corsa delle botti è nata più tardi, nel 1989, con lo scopo di concludere la manifestazione e dare spettacolarità e incertezza fino all’ultimo: nove concorrenti maschi dovevano far ruotare una botte dal peso di circa 125 kg, contenente 35 kg di ghiaia, per un percorso di 1050 metri all’interno dell’abitato.

La prima sfilata storica è del 1988, con sbandieratori e tamburini del nostro paese. E’ un momento spettacolare e coinvolgente dove i figuranti rionali nei loro colori giallo per le Cascine, rosso per la Valeggia, verde per la Malviraa e blù per la Cavaisca, coi loro costumi medioevali, accompagnavano gli arcieri alla prova di tiro con l’arco, introdotta nel 1996.

Altri appuntamenti importanti a Maggiora sono le gare di motocross, autocross e non solo presso il "Maggiora Park". 

 

Personaggio di rilievo per il territorio fu Alessandro Antonelli che ebbe i natali nel 1798 nel vicino Comune di Ghemme Novarese, ma la famiglia Antonelli appartiene al  Comune di Maggiora dove si stabilì da Roma all'epoca delle fazioni guelfe e ghibelline e dove Alessandro fu sepolto alla morte nel 1888.

Alessandro Antonelli fu il secondogenito di una numerosa famiglia, studiò e si laureò ingegnere architetto, seguì subito l'impegno nella direzione di numerosi lavori. Divenne professore all'Accademia Albertina e intraprese contemporaneamente anche la carriera politica.

Tra le sue creazioni più celebri si ricordano la cupola della Basilica di San Gaudenzio a Novara (1887), il Santuario del Crocefisso di Boca, la Villa Caccia di Romagnano Sesia e a Torino, oltre a vari edifici patronali, la Casa Scaccabarozzi e soprattutto la Mole Antonelliana, oggi simbolo architettonico della città.

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